Claudia Beggiato

Un piccolo passo per una donna, un grande passo per l'umanità

La scuola migliore

Quante scuole con indirizzi diversi esistono. Quante facoltà che completano la formazione nel campo che é più congeniale. Eppure, esiste una scuola che ognuno di noi frequenta ogni giorno. Alcuni sono in grado di imparare e formarsi in modo adeguato, altri proprio no ed é un vero peccato. È LA SCUOLA DELLA VITA…

Mollezza

Una mano morta che ti saluta,
modi oltremodo flemmatici di chi si trascina,
una canzone cantata con un tempo lentissimo rispetto al suo…

Una mollezza che disturba e dà fastidio.
Con un senso di irritazione, ti verrebbe da dire: “Muoviti!”.

Vorresti ribellarti, combattere la mollezza di una vita al rallentatore che, come una moviola, procede ad un ritmo che non è il tuo.

Accade…

m o l l o

A forza di parlarne, non se ne parla

Lo si vede nella pubblicità, lo si ostenta, si deforma, si usa come unico agente comunicativo mancando la sostanza del messaggio, lo si idolatra a dismisura.

E’ il corpo strumentalizzato e mercificato da questa società.

Se ne parla troppoe facendo emergere un modello “unico” a cui la donna d’oggi deve assoggettarsi,  “a mo’ di cliché“.
I media parlano così tanto del corpo delle donne in modo standardizzato, che non emerge più il rapporto intimo con il proprio corpo, il sottile equilibrio che ci lega e che va mantenuto, nonostante tutto, quando vuoi combinare bellezza e intelligenza a 20 anni o a 50.

Se ne parla talmente tanto che non se ne parla più.

 

A voce alta

La parola scritta é silenziosa, ma si arricchisce dei suoni del cuore di chi la legge.

La parola scritta é ferma, ma diventa movimento armonioso di una danza quando si risveglia nella voce.

Anche se letta in silenzio, la parola scritta si fa musica dentro di te e quei suoni li puoi regalare ad un altro leggendo ad alta voce.

É un bel dono e una riscoperta…

leggere a voce alta

a voce alta

 

Lacrime

Io piango.

E’ un mio modo per esternare le emozioni, belle o brutte che siano.
Non lo reputo una mancanza, io sono così.

Certamente dosare le lacrime e versarle con chi le può capire, è una capacità che ho imparato.
Solo che a volte, anche le persone che ti sono vicine e con le quali pensi di poter mostrarti come sei, di fronte a te che piangi ti giudicano e manifestano il loro biasimo verso quel pianto perchè si sentono attaccate da quelle lacrime.

Il disprezzo pacato infatti, nasce dalla loro incapacità di provare compassione, dalle loro paure che quelle lacrime possono far emergere.
Quando qualcuno manifesta la propria fragilità, chi gli sta di fronte può vedere nelle sue lacrime ciò che potrebbe succedergli e questo gli fa tanta paura.

Alcune persone vestono corazze che li tengono lontani dal sentire vero.
Sono quelle le persone a cui le lacrime di una persona sensibile, appaiono come un modo per proiettare su di loro quell’ emozione che, essendo spontanea, va allontanata.

La compassione è una forma di coraggio oltre che di generosità.