La tecnologia oggi, è un valido supporto all’Arte: nascono le Video Brochure che sostituiscono le copie cartacee e sono in grado di avere una diffusione più veloce e targettizzata.
Un valido esempio è la video guida relativa alla #MostraDiMonet: in questa #VideoBrochure, mentre Gilberto Colla legge “Di un amore” di #MarcoGoldin, alcune opere degli artisti in esposizione, prendono vita.
- “Verso Monet” – Il video della mostra
Il testo scritto da Marco Goldin sulla Storia del Paesaggio, è diventato il catalogo di questa meravigliosa mostra e merita di essere riportato:
Di un amore
Di tempo in tempo, fatta neve o sole, torna nel mondo una nuova stagione. E in qualsiasi luogo tu sia, senti questa forza infinita e immensa. Inesauribile.
Per capire come dal fondo remoto dell’universo, da lunghe ere e glaciazioni, da solstizi e pianeti, da deserti e montagne, tutto proceda verso di noi.
E noi siamo qui, adesso.
E noi siamo quello che eravamo.
E quello che altri sono stati prima di noi, e dopo di noi saranno.
Siamo l’esattezza e l’infinitezza del mondo.
Tutto lo spazio che ci accompagna, nel quale siamo e stiamo. Tutta questa natura che ci avvolge e ci stringe d’attorno. Tutto questo non è di oggi, ma della distesa processione degli anni.
Il corso della natura. È nel suo nucleo che ancora, e sempre, scopriamo ciò che comunque resiste e si fissa.
Come lo straccio consumato, ma non svanito, dell’eternità.
Perché nella natura noi siamo l’eterno. Eppure non diresti. Siamo quanto l’eterno mostra in immagine, ed è per questo che abitiamo lo spazio della natura. E siamo con il nostro soffio, labile e sparente, natura di quello spazio.
L’essenza.
Siamo l’eterno senza esserlo. Corpo che si offre e torna a essere natura, torna a essere l’immenso. Nella circolazione d’aria e di luce, nello svilupparsi delle maree, nel precipitare di stelle, nel sentire il soffio di un animale che striscia sull’erba.
Siamo l’eterno senza esserlo. Nel grondare e sospendersi di una nebbia che rende invisibili. O di una nebbia dorata quando sorge l’ora del primo mattino.
Siamo l’eterno senza esserlo. Mentre fioriscono i ciliegi e il loro bianco sulle colline si confonde con il bianco dell’ultima neve. Dorso di montagna o groppa d’animale. Tutto il bianco che nasce dal bianco. E tu sai che il tempo rimescola le carte, ci prende e ci sbatte su uno scoglio, quando bonaccia e tempesta insieme sono.
E ciò che vedi, non vedrai più. E ciò che hai visto – ed è scomparso – forse rivedrai.
Perché il tempo ritorna, si avviluppa su se stesso, sta in cerchio o in una linea, sta raccolto nella misura dell’unica vita o della moltitudine. E noi vediamo questo tempo nella natura, nel bianco di una stagione che si rifà e si apre, ancora, alla forte risonanza di un altrove. Che è ugualmente terra e cielo, aria e fuoco.
Siamo l’eterno senza esserlo. Siamo presenza di fuoco e d’aria nella natura che si offre, chiama. È casa e breve misura, e ugualmente spalanca la grazia e il terrore.
Altro non si potrebbe dire, che nella natura non sia già raccontato e detto. E pur, non con parole, ma solo nella presenza e nella lucidità del tempo. Nel suo avere storia e memoria, nel suo essere feria e infinito.
La natura è la forza del principio.
Il solo modo, attraverso il tempo, di tornare a quel principio.
Non c’è altra strada che questa.
Altra, se non l’abitare il tempo abitando la natura.
Marco Goldin
Credits: Video “Verso Monet” creato da Linea d’ombra (www.lineadombra.it ).
Guarda il video in HD
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