La carità “buona”
by Claudia Beggiato
Io odio la carità.
Penso che la carità non sia sinonimo di fratellanza, amore, bontà.
Quando mi capita di essere all’estero e vedere che i turisti elargiscono un Euro a bambini che chiedono soldi per la strada, inorridisco e provo rabbia. Specie se sono piccoli. Non chiedono caramelle, penne, giochi. Chiedono denaro quei bambini…
UN EURO. Per alcuni paesi un Euro è una percentuale altissima di uno stipendio medio.
Donare un misero Euro è paragonabile qui a cento Euro: è come se da noi, i turisti, dessero 100 Euro ad un nostro bambino.
Che senso ha?
Come è possibile far loro capire il valore del denaro? Come possono quei bambini accettare di lavorare duramente per uno stipendio che in quel paese è normale, quando possono facilmente guadagnare chiedendo la carità?
Che insegnamento si può dare a quei bambini, a quelle persone?!
Odio la carità perché è la strada più facile, sia per chi la fa, che per chi la riceve.
E’ deleteria la carità perché non rende indipendenti coloro che ne hanno bisogno.
La carità è un modo “comodo” un palliativo per risolvere un problema senza andare a lavorare sulla causa.
La vera carità per me è aiutare chi ne ha bisogno a non avere più bisogno di aiuto.
Questa per me è la carità buona, vero amore, sana fratellanza, bontà che aiuta davvero.