Haiku, tante parole non servono
by Claudia Beggiato
Mi affascina l’Haiku, questo componimento dell’anima dove tante parole non servono.
Tre versi che evocano un’immensa ricchezza di contenuti, leggeri come una carezza, estremamente brevi ma profondi come le cose che si nascondono.
Mancanza di emozioni solo apparente:
– Leggerezza – Precisione – Brevità – Essenzialità –
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3 versi
17 sillabe con metrica 5-7-5
1 solo riferimento stagionale
1 pausa.
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Questo è un Haiku.
Ogni volta che si legge un Haiku, nuovi significati fatti di sfumature diverse, s’intuiscono. La pausa ha un suono: è una sospensione che anticipa l’attesa… un vuoto da colmare. I pensieri si liberano tra i versi e, nella brevità, si espandono.
Scrivere un Haiku è come pregare.
Recitare una preghiera è come parlare con Dio.
Conversare con Dio è come dialogare con un amico, entrare in comunione con lui, ascoltarlo.
Ecco perché, leggere un Haiku, è ascoltare i propri pensieri che si estendono allargandosi tra i tre versi, quasi fosse un eco della propria voce, che ritorna.