De docta ignorantia
by Claudia Beggiato
Dai tempi di Socrate questo tema è stato più volte discusso: si tratta di un concetto menzionato da S.Agostino, ripreso da Niccolò Cusano, ma elaborato ancor prima da filosofi più antichi.
Socrate insegnava: “So una sola cosa, di non sapere nulla” ; Cusano titola il sui trattato “De docta ignorantia”.
La teoria della “Dotta ignoranza” è molto interessante e merita una riflessione.
Socrate, affermando di avere coscienza della propria ignoranza, si riteneva più saggio di tutti quelli che professavano la loro sapienza.
Per “dotta ignoranza” s’intende che quanto si conosce, lo si conosce solo perché si è in grado di sapere quello che NON si conosce. Questa “ignoranza” diventa stimolo verso una nuova comprensione, più completa.
Beata l’ignoranza in questo caso, perché ci consente di avere coscienza delle nostre mancanze e delle possibilità di crescita.
E’ chiaro che esiste una reale impossibilità del “sapere totale”, per ognuno di noi.
Infinite sono le cose che non si conoscono e finita è la nostra capacità.
Nonostante ciò, l’ignoranza del dotto è l’ignoranza di colui che sa di non sapere e conosce i propri limiti.