“… negli ultimi 30 anni, sono state prodotte più informazioni che nei precedenti 5000.”
by Claudia Beggiato
Il mondo ha cambiato il modo e i contenuti della comunicazione.
La diffusione di internet e dei nuovi media, ha facilitato la comunicazione, l’ha resa molto più veloce per un bacino d’utenza allargato.
Ci propinano miriadi di informazioni on-line e off-line e ci viene chiesto di agire. La comunicazione si fa più fluida, più diretta, ma anche ingombrante, obbligandoci a essere molto più selettivi ed esigenti.
La comunicazione, si è fatta interattiva: i ruoli di emittente e ricevente si alternano in un “loop” senza fine. Oggi, lo spettatore non è più passivo ascoltatore ma diventa partecipatore attivo alla discussione.
Il nostro tempo è il medesimo benché tutto si sia velocizzato in maniera esponenziale.
Oggi, con la e-mail, i tempi medi per le risposte, sono brevissimi: è consigliabile rispondere entro due o tre giorni al massimo, quando nel passato, tutti i processi richiedevano un “tempo tecnico” che ora è diventato l’istante.
Scriviamo molto di più ma la scrittura sembra acquisire caratteristiche “orali”.
Lo stile di scrittura on-line si fa molto più diretto, secco, più vicino al dialogo quotidiano, quasi una conversazione per comunicare e “far ricordare il contenuto, quindi farsi ricordare”.
La nostra capacità di assimilare è limitata. E’ cresciuta la quantità di informazioni ma la nostra capacità di acquisirle, è la stessa.
Il nuovo linguaggio mira a catturare l’attenzione che è continuamente bombardata e sollecitata.
“Comunicare” equivale a “significare”, ovvero, come dice il semiologo Ugo Volli ad “avere senso”.
Scriviamo, forse, per sentire l’eco della nostra voce, nella speranza di farci ricordare e quindi sopravvivere?
Citando ancora Volli: «La memoria è l’impresa comunicativa più difficile».