“Base UNO chiama base DUE, siete in ascolto?”
by Claudia Beggiato
Una voce squillante pronuncia la frase di apertura di quel rito:
“Base UNO chiama base DUE, siete in ascolto?”
“Qui base DUE, siamo in ascolto…”
Da lì, aveva inizio la trasformazione che ci vedeva immedesimarci nella parte stabilita: potevano essere spie, militari durante il turno di sorveglianza, agenti della CIA o semplicemente giornalisti che facevano rapporto sulle notizie del giorno. L’unico vincolo che legava ogni personaggio, era l’uso del codice internazionale che avevamo creato e che dava contegno e serietà a ogni singolo messaggio.
Non era un normale colloquio il nostro, ma un rapporto da superiore a subordinato: era d’obbligo l’uso del “voi” e ogni frase doveva concludersi con la parola chiave “PASSO” che significava che si era terminato di parlare e si attendeva in linea la risposta dell’altro, fino all’epilogo.
Parlando si doveva tenere schiacciato il bottone rosso; si stava in ascolto semplicemente rilasciandolo. A volte ci si dimenticava di terminare la frase con “PASSO”, prima di rilasciare il bottone rosso, ma si correva subito ai ripari. Non era così facile usare la tecnologia.
Dopo un po’ ci si stancava ma il finale stabilito non era il solito THE END che si vede nei film e che lascia un pizzico di rimpianto in ognuno di noi, quando compare; il nostro finale era ossequioso, secondo la tradizione del codice internazionale: “PASSO E CHIUDO”.
Ritornavamo noi stesse